Carini e coccolosi. Le specie aliene e i pregiudizi estetici

Abbiamo già visto cosa sono e che problemi causano le specie aliene (si chiamano proprio così, anche se non vengono dallo spazio).

E’ evidente che, a fronte delle problematiche dovute all’introduzione di specie alloctone, sono necessari interventi mirati ad attenuarne l’impatto sugli ecosistemi. Spesso le specie aliene sono oggetto di attività di controllo che possono comprendere:

  • Monitoraggio finalizzato a impedirne gli arrivi
  • Divieti di importazione e vendita
  • Catture e riallocazioni
  • Campagne di sterilizzazione
  • Eradicazione (cioè l’eliminazione di una specie aliena pericolosa per l’ecosistema)

Queste azioni (in particolare le ultime) vanno incontro a un forte limite: l’impatto emotivo sull’opinione pubblica.

Per quanto possa essere ecologicamente giustificata, l’idea di agire contro i tenerissimi scoiattoli grigi provoca malumori in chi si reca al parco con le noccioline o in chi fa jogging e li vede saltellare tra un ramo e l’altro.

Vezzeggiativi a parte, il legame emotivo tra uomo e fauna è un elemento fondamentale. Spesso aiuta a intraprendere attività di conservazione e protezione di interi ecosistemi (come insegnano le cosiddette “specie bandiera”), o addirittura può condizionare l’evoluzione delle specie (i cani e i lupi ne sanno qualcosa).

Tuttavia un legame emotivo è – per definizione – irrazionale.

Questo causa una notevole differenza nel successo dei programmi di contenimento e controllo delle specie aliene: una specie aliena poco “carina” e che suscita poca empatia sarà più facile da eradicare rispetto a una che incontra il favore del pubblico. Poco importa se l’effetto delle due specie sull’ambiente sia egualmente dannoso.

In sostanza: se sei carino e coccoloso hai più probabilità di ottenere la simpatia della gente, che vedrà di cattivo occhio le attività che possono danneggiarti.

Un atteggiamento irrazionale, antiscientifico, ma che si manifesta ampiamente, anche nel nostro paese.

E’ quello che si legge nell’articolo pubblicato sull’European Zoological Journal a firma Fenoglio, Boano e Delmastro, in cui si evidenzia il “doppio standard” tra attività di controllo rivolte a pesci e vertebrati omeotermi.

Le attività di controllo di specie aliene di pesci risultano notevolmente meno osteggiate (e dunque più efficaci) rispetto a quelle messe in campo per il controllo di specie aliene di mammiferi o uccelli.

L’ampio sforzo di divulgazione spesso ha poco effetto e le autorità politiche e amministrative hanno poco interesse a collaborare (in prima persona ed economicamente) con attività che possono diventare un boomerang in quanto a consenso.

Il “doppio standard”, in sostanza, potrebbe mettere a rischio il futuro di alcuni ecosistemi. Il rischio è quello di facilitare delle invasioni che potrebbero modificare notevolmente alcuni ambienti naturali.

Un prezzo un po’ troppo alto da pagare, anche in cambio un animale carino e coccoloso.